CHOPIN COMPLETE WORKS - L'OEUVRE INTÉGRALE
Format: 30 CD BOX
Label: Brilliant Classics
Cat Number: 93217
Data di pubblicazione: senza data, ma probabilmente 2007.

Stiamo recensendo la copia in nostro possesso, acquistata circa due anni fa.
Prima di tutto, quest'edizione non è un'integrale! Mancano all'appello tre opere importanti: 1. il Rondò per due pianoforti in do maggiore (op. 73), 2. la Mazurca a Émile Gaillard, che molti ritengono postuma, ma che è stata pubblicata senza numero d'opus durante la vita dell'autore, e 3. le Variazioni a quattro mani su un'aria nazionale di Moore.
L'idea iniziale era carina: 17 cd per gli opera omnia (già precedentemente pubblicati) e 13 cd per le incisioni storiche chopiniane. Sennonché il box è stato raffazzonato da incompetenti. Pertanto il nostro consiglio è di non acquistare quest'edizione, finché la casa editrice non ne abbassi il costo sotto € 20,00. E sarebbe già una beneficenza fatta alla Brilliant! Tuttavia, per meno di € 20,00 potrebbe valere la pena.

Essendo un box che, come abbiamo detto, è stato raffazzonato da incompetenti, le pecche sono molte, ma non staremo ad elencarle (ad es., la Mazurche dell'op. 33 e 41 sono date nell'ordine sbagliato).
Benché sul retro del box si legga « Livret en français par Ates Orga (Libretto in francese a cura di Ates Orga) », il simbolo del copyright (cioè: © Ates Orga 2007) è stato stampato alla fine del primo capitolo (Biografia e presentazione delle opere, pp. 9÷63), mentre il capitolo Interpretare Chopin (pp. 64÷72) pare anonimo; di qui, tralasceremo di segnalare le sciocchezze che vi abbiamo letto. L'ultimo capitolo, L'età d'oro dei maestri di piano - Biografie (pp. 73÷84), anonimo anch'esso, riporta cenni biografici dei pianisti esecutori delle incisioni storiche (nei 13 cd); quindi seguono (pp. 85÷90) brevi note biografiche dei pianisti dell'integrale (nei 17 cd). Però, per un qualche motivo che può essere addebitato a deprecabile negligenza, alcuni interpreti sono stati esclusi: Misha Dichter (op. 13), Sergio Fiorentino (op. 58), Emil Gilels (op. 35), Anna Haase (soprano, col suo accompagnatore Lucius Rühl), Evgeny Kissin (i due Concerti), Artur Moreira (op. 2) e Fred Oldenburg (op. 4, Écossaises).

Non perderemo tempo a recensire tutti gli esecutori, quindi vediamo le cose migliori. (Ma un giudizio negativo non possiamo evitarlo: si tratta della cantante: è difficile sentire cantare peggio; i difetti di emissione sono tali e tanti, da essere inascoltabile.)
I Notturni (Harasiewicz), gli Studi (Lortie), i Valzer (Kocsis), le Sonate n. 2 (Gilels) e n. 3 (Fiorentino) e la musica da camera (V. Ceccanti, D. Ceccanti e S. Gragnani) sono, nell'ordine, le esecuzioni migliori. Seguono quelle meno apprezzabili di nomi famosi, come quelli di Kissin (i due Concerti) e della Davidovich (Ballate, Improvvisi e Preludi) che si è dimenticata ella stessa di come suonava Chopin. Le Mazurche di Cor de Groot, un buon pianista, sono eseguite su un Pleyel del 1847 che suona male, come tutti i pianoforti restaurati: le Mazurche sono tra le composizioni più difficili da ben eseguire e, purtroppo, Cor de Groot (come quasi tutti) non riesce ad entrare nello spirito di quei gioielli.
Passiamo alle incisioni storiche. Chi ha selezionato le incisioni non ha seguito un criterio ben definito; tuttavia, qualcosa di interessante c'è. La Sonata op. 35 è proposta nella splendida esecuzione di Rachmaninov, nella pesante resa di Godowsky, nella faticosa prova di Kilenyi (il Finale, però, è discreto) e nella pregevole interpretazione di Cortot. La Sonata op. 58 è riproposta da Cortot, Lipatti e Brailowsky: quest'ultima, meno nota, va segnalata, perché mostra un Brailowsky nel pieno delle sue facoltà, con i molti pregi, sia tecnici sia interpretativi, che poi scompariranno nelle incisioni più moderne, lasciando scoperti tutti i difetti. Solomon è un pianista elegante e raffinato che si ascolta con piacere. Non possiamo passare sotto silenzio la splendida interpretazione di Lipatti del Valzer op. 34 n. 1. Simon Barere aveva una tecnica prodigiosa, ma è un interprete mediocre. A Benno Moiseiwitsch sono dedicati due cd, contenenti tra l'altro gli Scherzi, le Ballate e i Preludi: fu un grande pianista, ma le sue interpretazioni risultano datate. Nel cd n. 24 va segnalata una ispirata interpretazione di M. Rosenthal dello Studio n. 2 dei tre composti per la Méthode des Méthodes di Moscheles, ma anche una brutta resa del quarto Scherzo da parte di Horowitz. A. Kitain è uno dei pochi che suona lo Studio op. 10 n. 6 secondo il metronomo dato da Chopin. Le esecuzioni di Friedman, benché a volte discutibili, sono sempre entusiasmanti. Gli ultimi tre cd sono riservati a Rubinstein per le Polacche (escluse quelle postume) e le Mazurche: queste ultime restano ancora oggi la migliore edizione completa, migliore anche di quella rifatta dallo stesso Rubinstein per la RCA. Vi si trova anche la Mazurca a Émile Gaillard, che manca – come abbiamo detto sopra – nella parte della falsa edizione integrale; insieme con la Mazurca “La France Musicale” essa è indicata erroneamente come postuma.
Chi ascolta questi cd sul suo computer, non faccia caso ai titoli dei track, perché molti sono sbagliati.

Concludendo, chi ha dato il nullaosta per la pubblicazione di questo box, dovrebbe essere preso a pedate nel culo!


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