Qual è la migliore edizione per lo studio delle opere di Chopin?


ALCUNI visitatori ci hanno scritto per chiederci quale sia la migliore edizione delle opere di Chopin. Una risposta completa e sodisfacente richiederebbe un intero volume che non abbiamo né il tempo né la voglia di scrivere. Quindi, daremo una risposta breve ma chiara.

Una vera edizione chopiniana ha due compiti precisi e distinti:

  1. offrire un testo recensito su basi rigorosamente filologiche;
  2. illustrare i tratti distintivi – che un'edizione può mettere sulla carta, ovviamente – della nuova scuola pianistica che Chopin aveva preconizzato e che si basa sulla qualità del tocco e sulla corretta dizione, per ottenere le quali occorrono una buona conoscenza del 'belcanto', un'assoluta padronanza del legato e grande sensibilità al ritmo, cioè al respiro. Orbene la diteggiatura ed il pedale sono il secondo ed il terzo cardine che una vera edizione critica può e deve contemplare (il primo, il tocco, lo può fornire solo un vero insegnante. – A proposito del tocco, vogliamo rimarcare che tutti i concorsi pianistici dedicati a Chopin, ove si offra al candidato la possibilità di scegliere tra pianoforti di diversa fabbricazione, quasi tutti insensibili al tocco, sono la negazione più sconcertante della scuola di Chopin. Essendo, peraltro, risaputo che, per via dei vari finanziamenti più e/o meno pubblici, i concorsi più importanti rappresentano gustose torte, i cui pasticcieri vogliono la loro propria fetta, tali eventi pseudo-culturali sono un insulto alla musica e al genio del musicista cui sono dedicati). – Siccome nell'indicare il pedale Chopin stesso fu altalenante, l'editore-filologo non può far altro che attenersi ai documenti (sarà l'insegnante ad illustrarne l'uso chopiniano). Quanto alla diteggiatura, invece, che, ad eccezione degli Studi, è rara, avendo a disposizione l'edizione di Mikuli (Mk) – quella, beninteso!, edita da Kistner, non quella pubblicata da Schirmer – e le partiture degli altri allievi, l'editore-filologo ha il dovere di occuparsene.

Ciò premesso, entriamo subito nei dettagli. Attualmente, nel complesso, la migliore edizione è quella polacca curata da Jan Ekier (WN), la quale, però, ha non pochi difetti:

  1. non è una vera edizione critica, poiché l'editore non è un filologo o, almeno, non ha dimostrato d'esserlo;
  2. di conseguenza, vi è una forte tendenza alla normalizzazione, alla standardizzazione: tutto quello che appare strano o insolito viene appiattito, banalizzato;
  3. gli arbitrii, cioè note ed altro che Chopin non ha scritto, non sono pochi;
  4. la cura lodevole per la diteggiatura (che non è sempre farina del sacco dell'editore) rivela tuttavia una insufficiente conoscenza dei principi-base che informano la nuova scuola chopiniana. E pensare che Ekier è uno dei pochissimi ad aver capito qualcosa!

Ora, brevemente, passiamo in rassegna le varie opere in ordine alfabetico.

Opere per pianoforte solo:
Allegro da concerto. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk.
Ballate: la nostra edizione gratuita. — Le nuove edizioni Peters (curata da Samson) e Henle (curata da Müllemann) sono da evitare, soprattutto la prima, che contiene errori e imprecisioni.
Barcarola. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk. — [Luglio 2020. Quanto a HN e BR, v. la recensione.]
Berceuse. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk. — Il testo musicale della Berceuse riedita da Müllemann (HN, 2015) è identico a quello della precedente edizione curata da Herttrich (1978). Delle incongruenti e financo ridicole peculiarità della nuova edizione chopiniana pubblicata da Henle abbiamo già parlato altrove. La prefazione e le note a piè di pagina sono proposte in tre lingue, tedesco inglese francese, mentre le Bemerkungen sono tradotte solo in inglese. La vera novità è data dalla pedalizzazione. Lo studente curioso che voglia divertirsi imparando qualcosa, potrà confrontare di tanto capolavoro entrambe le edizioni, WN e HN.
Bolero. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk.
Fantasia. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk.
Improvvisi. Per il testo: la nuova edizione Peters (PT), curata da Irving e Grabowski; per la diteggiatura: Mk. Purtroppo, però, PT contiene alcuni insidiosi refusi, che segnaliamo: – p. 1, mis. 3, m. sin.: la prima nota dev'essere un do non un mi bemolle; – p. 3, mis. 44, m. sin.: è mi bemolle che dev'essere bequadro, non si bemolle; – p. 11, mis. 73, m. sin.: il secondo ottavo della prima terzina dev'essere un do non un mi; – p. 29, mis. 79, m. sin.: il secondo ottavo della seconda sestina dev'essere si bemolle non fa. Quanto alle imprecisioni, si confronti ad es. l'Impromptu in do diesis minore: – mis. 56, m. sin.: l'ultimo sol bemolle in PT ha un accento, in WN no, nessun commento; – mis. 67, m. d.: la legatura parte in PT da si bemolle, in WN da do bemolle, nessun commento; – mis. 77, m. d.: il gruppetto in PT è in trentaduesimi (lezione errata), in WN in sedicesimi (lezione corretta): nessun commento. — [Aprile 2019. Nel 1985 Peters pubblicò un'edizione Urtext degli Improvvisi (nr. 9901) edita da Akira Imai con la supervisione di Paul Badura-Skoda. Dalla Prefazione di P. Badura-Skoda apprendiamo che si trattava del primo volume di una nuova edizione delle opere di Fr. Chopin. Un progetto che per una qualche ragione si arenò. Un vero peccato, perché Paul Badura-Skoda, come supervisore dell'intero progetto, era la persona giusta, essendo egli non solo un eccellente pianista, ma, altresì, un musicista di grande cultura e sensibilità, che ci ha dato, fra l'altro, la migliore edizione degli Studi (v. infra) indispensabile per qualsiasi studente o pianista. Detta edizione degli Improvvisi non è più disponibile. Chi la possiede, può utilizzarla con fiducia, anche se non condividiamo alcune scelte testuali nel secondo Improvviso (in ogni caso, le Note editoriali dànno tutte le informazioni utili). Tuttavia è ancora disponibile l'edizione separata (nr. 9901a - ISM: N 979-0-014-10955-4) della cosiddetta Fantasia-Improvviso, che offre come Anhang il testo dell'Impromptu in mi bem. maggiore di Moscheles pubblicato da Schlesinger nel 1834: la raccomandiamo vivamente.]
Mazurche. Per il testo: WN; per la diteggiatura: Mk. Il volume delle Mazurche di Mk, riedito dalla Dover, contiene un gran numero di diteggiature tutte di Chopin.
Notturni. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk.
Preludi op. 28.: la nostra edizione gratuita. — Nel mese di ottobre 2019 siamo riusciti a procurarci l'edizione dei Préludes (op. 28) curata da Paul Badura-Skoda e pubblicata da Edition Peters (Nr. 9900), Leipzig/Dresden 1984 (ma la Prefazione è datata “Vienna, giugno 1985”). È indubbiamente la miglior edizione mai pubblicata, di gran lunga migliore sia delle precedenti che delle successive, soprattutto sotto l'aspetto pianistico. La sola edizione che contiene assolute novità rispetto all'edizione edita da P. Badura-Skoda, è la nostra. – Quanto all'edizione Bärenreiter (agosto 2016), v. la recensione.
Preludio op. 45: la nostra edizione gratuita. — Quanto all'edizione Bärenreiter (agosto 2016), v. la recensione.
Polacche. Per il testo: [da dicembre 2022 è disponibile la nostra edizione gratuita dell'op.26 e da gennaio 2024 lo è quella dell'op. 40 (ibid.); per le altre si veda] WN; per la diteggiatura: anche Mk. — Agosto 2022: quanto alle Polacche pubblicate dalla Wiener Urtext, si veda la nostra recensione.
Rondò. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk.
Scherzi. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk. — Della recente (primavera 2016) edizione dello Scherzo op. 20 volevamo preparare una recensione, ma non ne abbiamo il tempo. Basti dire quanto segue. Rispetto alla precedente edizione curata dal defunto Ewald Zimmermann, un musicologo preparato e intelligente, questa curata da Müllemann non è migliore; oltretutto viene trascurata una fonte importante. Quindi, chi possiede la precedente edizione, non ha bisogno di questa. — [Marzo 2019. Abbiamo appena ricevuto l'edizione Urtext degli Scherzi pubblicata da Henle ed edita da Müllemann. Quest'edizione mostra tutti i difetti tipici delle moderne edizioni Urtext: 1. Mancata applicazione dei principi fondamentali della filologia. 2. Apparato critico o, meglio, note critiche puramente descrittive. 3. Non si capisce quale sia il criterio-guida. Inoltre, in quest'edizione in particolare: 4. Non si capisce quale sia il criterio delle scelte. 5. Non vi è alcun rispetto delle preferenze grafiche del compositore, ossia vi è disprezzo del valore simbolico di esse preferenze. 6. Assurda e confusionaria moltiplicazione delle sigle delle fonti. 7. Pedanterie descrittive, come quelle nell'ed. dei Preludi pubblicati dalla Bärenreiter. 8. Eccessivo sfruttamento degli spazi, che appesantisce la lettura (vi sono diverse pagine con 6 sistemi). 9. Diteggiatura insufficiente e, quando c'è, è spesso inadatta, ecc. ecc. Tuttavia vi è una nota positiva, una sola però: nella misura 315 dello Scherzo op. 39 Müllemann rinuncia ad aggiungere note che Chopin non ha scritto (come invece fa Ekier!); in compenso, però, egli annota che l'aggiunta è “vielleicht besser” (!), ma non dice il perché! – Il prezzo è basso (€ 30,00 per l'edizione rilegata), ma sarebbe uno spreco. In breve, non solo quest'edizione non sopravanza WN, che resta la migliore, ma nemmeno la eguaglia.]
Sonate. Per il testo: WN, anche se non è per nulla sodisfacente, ma non c'è altro; per la diteggiatura: anche Mk.
Studi. Nessuna edizione è sodisfacente. Il miglior testo lo offriva l'edizione curata da E. Rudorff (1899) non più ristampata. In alternativa, nonostante i molti arbitrii, WN (ove, peraltro, abbiamo finora trovato un solo refuso, p. 99, mis. 23, m. d.: al primo si manca un diesis [ci è stato, però, riferito, che nelle ristampe successive alla nostra, quel refuso è stato corretto]); e, per la diteggiatura, anche Mk. — [Marzo 2019. Noi dobbiamo delle scuse al nostro Lettore, perché abbiamo tralasciato di citare un'ottima edizione degli Studi, che merita ogni considerazione: è quella edita da Paul Badura-Skoda e pubblicata in due fascicoli da Schott/Universal Edition nel 1973. In alcuni casi – come ad es. nelle misure 7 e 8 dello Studio n. 6 op. 25 – essa offre una lezione migliore di WN. Quindi, chi possiede quest'edizione non ha alcun bisogno di ricorrere al altro. Paul Badura-Skoda, inoltre, nel 1956 incise l'intero ciclo (WESTMINSTER MSC -LP 60009, ripubblicato nel 2009 da MUSIC&ARTS CD-1230): a tutt'oggi la sua interpretazione è ancora una delle migliori).] — [Settembre 2021. Quanto alle Trois Nouvelles Études si veda anche la nostra recensione alla recente edizione Peters.]
Tarantella.Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk.
Valzer. Per il testo: PT è migliore di WN, ma vi sono errori ed imprecisioni, che vanno corretti con il confronto dell'una con l'altra, per es.: – Valse pour Mlle Marie (p. 83), mis. 4, m. sin.: re ha un brutto bequadro che nell'autografo non esiste; – Valse (p. 68), dal terzo sistema: l'armatura è errata, perché manca un bemolle. Per la diteggiatura: Mk.
Variazioni. Per il testo: WN; per la diteggiatura: anche Mk.

Opere per pianoforte e orchestra:
Concerti. Per il testo: l'edizione Peters (PT), curata da John Rink (per certi versi migliore dell'edizione polacca), oppure WN; per la diteggiatura: anche Mk.

Per tutte le restanti composizioni, non essendovi altro di meglio, vale l'accoppiata WN-Mk.

Tutte le altre edizioni attualmente in commercio vanno evitate (alcune delle quali, come ad es. i volumi dell'edizione Urtext pubblicata da Lemoine, con grande cura). Si consiglia di leggere sempre i commenti, anche se sono noiosi e spesso inutili. I volumi già pubblicati della nuova edizione Henle curata da Müllemann (HN) non migliorano WN, anzi offrono spesso un testo peggiore: in altre parole, non sono affidabili.
Un buon testo lo dava l'edizione Oxford, curata da É. Ganche, che usata insieme con Mk, potrebbe ancora ben sostituire le attuali edizioni pseudo-critiche; ma, come si sa, l'una e l'altra non sono più in commercio. Mk è però consultabile sul sito www.polona.pl.

Giugno 2015÷2024.