Chopin soffocato una seconda volta.





AL capezzale di Chopin erano sicuramente presenti la sorella Ludwika, Solange, Kwiatkowski (l'autore del disegno a matita qui sopra), la sinistra figura di Jełowicki, Gutmann e il dottor Cruveilhier. Gutmann sorreggeva il moribondo per permettergli di respirare almeno un poco.

Non fu una morte tranquilla, ma tormentata non solo dal soffocamento (probabilmente da grave ipercapnia), ma anche dal criminoso comportamento dell'abate Jełowicki. «Povero ragazzo, è morto da martire – scrive Pauline Viardot – per mano di sacerdoti che lo hanno costretto a baciare reliquie per sei ore intere fino all'ultimo respiro».
Ma agli organizzatori del XVIII Concorso Chopin quest'ultima tortura subita dal compositore in fin di vita non bastava ed hanno deciso di soffocarlo, dopo oltre un secolo e mezzo dalla sua dipartita, una seconda volta. Un delitto virtuale ordinato dai burattinai del mondo ed eseguito da boia polacchi, i quali hanno colleghi non meno spietati in tutto il mondo, in tutti i governi del mondo, in tutti i ministeri della sanità del mondo: una raccapricciante cloaca di psicopatici.

Ecco come è stato reiterato il crimine: con un'abominevole mascherina (che provoca ipercapnia!)!


Più che recital trattasi di desolate registrazioni!

Ora, siccome tutti i governanti del mondo sanno perfettamente che non esiste alcuna pandemia – qui in Italia, ad es., le Asl obbligano medici ed onoranze funebri a trattare tutti i morti come deceduti a causa del fantomatico virus (si vedano le testimonianze anonime su Internet, sempreché non siano state rimosse...); non solo, a chi dissente apertamente (diritto peraltro garantito dalla Costituzione Italiana) viene imposto il trattamento sanitario obbligatorio –, gli organizzatori del XVIII Concorso Chopin si sono tirati addosso una maledizione, di cui ignorano le conseguenze: il Concorso Chopin è finito!

Coloro che hanno acquistato il biglietto credono davvero che nell'ottobre del 2021 potranno assistere dal vivo al concorso? Poveri illusi!

© Franco Luigi Viero